Saba, una storia millenaria per un prodotto unico

SABA, A VERY UNIQUE AND GOURMET GRAPE SYRUP
Uno sciroppo d’uva che si ottiene con il mosto appena cotto. La Saba o Sapa come la chiamano in Emilia Romagna ha origini millenarie e nasce nelle campagne della regione. Già ai tempi dell’impero romano, Plinio narra che quando l’imperatore Augusto pranzò a Bologna presso un ricco veterano di Antonio, gli vennero serviti opera pistoria (dolci tipici dell’Emilia Romagna) fatti con mosto cotto: la Sapa e il Savor, impiegati già allora per la preparazione di molti dolci. Anche Ludovico Ariosto ne parla nella Satira III scritta nel 1518. Ariosto ricorda che se il cardellino e il fanello possono vivere in gabbia, e l’usignolo vi si adatta malamente, la rondine in un giorno vi morirebbe di rabbia. Così è per lui che a qualsiasi delizioso cibo servile preferisce una rapa da lui stesso cotta e condita con aceto e Sapa. La saba è storia di una terrra, di sapori e saperi che ancora oggi si tramandano seguendo un rigido disciplinare. Lo stesso seguito dall’Azienda Guerzoni che produce, tra i suoi prodotti anche la Saba biologica e biodinamica certificata Demeter. Non un semplice mosto cotto. Innanzitutto bisogna partire dall’uva: deve provenire esclusivamente da vigneti coltivati nella regione Emilia-Romagna.Le uve utilizzate devono, presentare una gradazione minima pari al 17.5% di zuccheri in peso e provenire da vitigni coltivati seguendo disciplinari di produzione integrata, approvati dalla regione Emilia-Romagna.   Il mosto ottenuto dalla pigiatura dell’uva fresca, prima del processo di cottura a fuoco diretto, deve essere conservato a basse temperature, comprese tra -1 e -4°C, per evitare l’inizio della trasformazione degli zuccheri in alcool. Poi, può essere sottoposto ad un processo di chiarificazione o decantazione per poi essere trasferito in una caldaia di acciaio, a cuocere su fuoco diretto a pressione atmosferica in contenitori aperti. E’ necessaria una lenta cottura a temperatura di almeno 90°C, nel corso della quale il mosto viene schiumato periodicamente fino al raggiungimento della consistenza desiderata e fino alla completa caramellizzazione degli zuccheri. La “Saba dell’Emilia-Romagna”, prima di essere imbottigliata, deve subire una maturazione di almeno 6 mesi in ambiente fresco e asciutto, durante i quali il prodotto affina le caratteristiche organolettiche peculiari e i residui solidi ancora presenti in sospensione si depositano sul fondo del recipiente. La Saba, preparata durante la vendemmia, era utilizzata per condire fagioli, ceci e castagne, per bagnare dolci natalizi e di carnevale, ravioli e tortelli. Ma anche per inzuppare il pane o la polenta. Durante l’inverno unita alla neve nella tazza o nel bicchiere diventava un’ottima granita mentre d’estate unita all’acqua di pozzo si trasformava in una dissetante bibita. Oggi la Saba conserva ancora l’utilizzo di una volta e diventa anche un prodotto gourmet dall’uso versatile. Guerzoni suggerisce di utilizzarla nelle girelle al mosto cotto, nella Solata di Sant’Antonio e anche nei dolci come la ciambella con la Saba. Uno sciroppo di uva che aggiunge un gusto unico e particolare dando consistenza e leggerezza allo stesso tempo ai piatti. Link delle ricette Guerzoni https://www.guerzoni.comtag/mosto-cotto/

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